Quando far di conto diventa un problema

La Dott.ssa Elena Tironi e il Dott. Simone Algisi parlano di disturbi specifici dell’apprendimento su “L’Eco di Bergamo” (9 novembre 2014).
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Colpiscono circa il 3 per cento dei bambini: sono i disturbi specifici dell’apprendimento.
Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) riguardano il 2,5-3 % circa dei bambini in età scolare e si manifestano con deficit nella lettura, nella scrittura e nel calcolo e di conseguenza con difficoltà di apprendimento e di studio.

«Non sempre in presenza di difficoltà scolastiche si può parlare di DSA; esistono però delle situazioni in cui le fatiche tendono a permanere nonostante i tentativi messi in atto dai famigliari o dagli insegnanti per gestire la situazione e rischiano di influenzare diversi ambiti di vita del bambino, scolastico, comportamentale e soprattutto emotivo (autostima)
» osservano il dottor Simone Algisi e la dottoressa Elena Tironi, psicologi de «L’Albero di Psiche», equipe autorizzata al rilascio della certificazione di DSA (Disturbi Specifici
di Apprendimento) ai fini scolastici.

Il dottor Algisi e la dottoressa Tironi da poco operano anche presso Corpore Sano Smart Clinic, struttura dal Gruppo san Donato all’interno del Centro Commerciale «Le Due Torri» di Stezzano che offre servizi «su misura» per il benessere psico-fisico anche dei più piccoli, grazie alla presenza di un team multidisciplinare che va dall’allergologo pediatrico all’oculista pediatrico, dal nutrizionista al pneumologo.

«In situazioni come queste è utile un approfondimento che permetta di capire la natura della difficoltà e attivare strumenti utili per migliorare la situazione. Non si tratta però solo di una questione riabilitativa, è soprattutto un’attenzione al bambino nella sua globalità
per favorirne il completo benessere. Per questo è importante fare squadra, prendendo in carico la situazione nella sua complessità e unendo le opportune indagine specialistiche a una reale vicinanza affettiva».

Dottor Algisi, ma cosa si intende per DSA?
«Possiamo definire i Disturbi Specifici dell’Apprendimento Scolastico (DSA) come disturbi di origine neurobiologica delle abilità di base che interferiscono con il naturale apprendimento della lettura, scrittura e calcolo. Si chiamano specifici perché si manifestano esclusivamente all’interno delle abilità scolastiche, senza coinvolgere processi intellettivi e sensoriali e si presentano in assenza di condizioni socioculturali svantaggiate.
In base alle linee guida definite dalla Consesus Conference ed emanate nella Legge 170 del 2010 si possono individuare, in particolare, quattro sottotipi di DSA: dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia».

Dottoressa Tironi, ma come si capisce se il proprio figlio ha un DSA o semplici difficoltà? Quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare?
«I fattori che intervengono sono numerosi ed è necessaria una valutazione specialistica. Chiaramente esistono indizi da approfondire, ad esempio in età prescolare la presenza di difficoltà fonologiche e metafonologiche (rime, giochi sui suoni…), una ritardata acquisizione del linguaggio o l’eccessiva fatica nei primi compiti di lettura a scuola. La diagnosi è un momento importante della vita del bambino e della sua famiglia poiché pone fine all’incertezza e permette di evitare gli errori comuni di colpevolizzazione (“non
impara bene perché non ha voglia di studiare”). Generalmente servono un paio di incontri con i genitori e 5 o 6 incontri di valutazione con il bambino, effettuati da un’equipe multiprofessionale composta (per Legge, affinché possa essere autorizzata al rilascio
della certificazione valida ai fini scolatici) da neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista».

Una volta accertato che si tratta di DSA cosa si può fare?
«Di fronte a una certificazione di DSA, la scuola e la famiglia sono invitati, in collaborazione con lo specialista di riferimento, a costruire un’alleanza che metta il benessere psicologico, scolastico e formativo del bambino al centro.
Fondamentale è una presa in carico anche di tipo affettivo, che tenga nel giusto peso l’importante rapporto tra affetti e apprendimenti, tra funzionamento cognitivo ed emozioni, difficoltà scolastiche e ferite interiori. In secondo luogo viene condiviso un training per le specifiche difficoltà con cui quel tipo di difficoltà scolastica si manifesta. Vanno poi considerati gli adattamenti scolastici, ovvero quell’insieme di strumenti, procedure, materiali che permettano di affrontare serenamente il percorso di studi. Solo all’interno di una presa in carico di questo tipo hanno valore tutti gli strumenti dispensativi
e compensativi quali software, sintesi vocali, tavole pitagoriche, schemi e altro, a cui i bimbi con DSA hanno diritto».