DSA IN ETA’ ADULTA

La dislessia negli adulti è molto più diffusa di quanto si pensi; stime recenti ci indicano che circa il 4% della popolazione italiana è dislessica (APA, DSM–5, 2014). Un piccolo ma crescente numero di ricerche suggerisce che la dislessia, essendo un disordine cronico, permane per tutta la vita (Kemp, Parrila e Kirby, 2009). La Dislessia dunque non scompare con la fine della scolarizzazione; è noto che il substrato biologico e un certo grado di difficoltà, siano riconoscibili anche in età adulta (Cornoldi, Candela, 2015).

E’ tuttavia solo da pochi anni che si sono intensificate le ricerche per studiare la dislessia in età adulta. Molte persone dislessiche, diventate adulte, non sono mai state diagnosticate. Per loro la dislessia è un disturbo neurobiologico nascosto che può provocare alcune difficoltà nella qualità lavorativa e di vita.

Alcune di queste sono: difficoltà a frequentare ambienti accademici, difficoltà sul lavoro, disoccupazione, ridotta fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità.

La dislessia è un disturbo specifico di apprendimento della lettura (la lettura è lenta e può essere caratterizzata da una considerevole quantità di errori). Come citato nella Legge n. 170- 2010 e Consensus Conference -2011, non è sinonimo di scarsa intelligenza.

Ci sono molte persone brillanti e creative con dislessia che, anche in età adulta, pur non imparando a leggere velocemente e correttamente, possono ugualmente e a pari merito intraprendere percorsi professionali, accademici, imprenditoriali e lavorativi allo stesso modo delle persone senza disturbo.

La ricerca scientifica nel campo ci conferma inoltre che le persone dislessiche non riconosciute e trattate durante lo sviluppo, quando raggiungono l’età adulta, non necessariamente dimostrano compromettenti difficoltà quotidiane nel leggere e scrivere.

L’INTERVENTO DELLA DISLESSIA NEGLI ADULTI

Ad oggi, nelle linee guida nazionali, non sono riportati dei protocolli di intervento specifici per la dislessia in età adulta. Tuttavia, l’intervento consigliato, si caratterizza per cicli individuali di incontri di trattamento, concordati con lo specialista, in cui si lavorerà sulle particolari difficoltà rilevate dalla valutazione psicodiagnostica.

Per i giovani studenti universitari o per adulti che necessitano di sostenere esami, prove concorsuali, colloqui di lavoro, esami di patente di guida e così via, nelle sedute di trattamento si lavorerà, da un lato, sul potenziamento del metodo di studio e dall’altro, se presenti difficoltà o disturbi di natura emotiva, si procederà con l’inizio di una psicoterapia.

OBIETTIVI DELL’INTERVENTO

Nello specifico, gli obiettivi alla base del percorso di potenziamento del metodo di studio sono:

  • sviluppare le strategie di apprendimento;
  • favorire una migliore organizzazione e pianificazione del lavoro personale;
  • promuovere l’uso dei sussidi e degli strumenti compensativi;
  • favorire l’elaborazione attiva del materiale;
  • favorire la flessibilità di studio, la partecipazione attiva alle lezioni;
  • promuovere l’autonomia per affrontare lo studio;
  • raggiungere un sano equilibrio tra il tempo passato nello studio, attività solitarie e interazioni con altri;
  • potenziare gli stili cognitivi di elaborazione dell’informazione e la metacognizione in relazione allo studio;
  • favorire una maggiore concentrazione, una selezione degli aspetti principali nella lettura e apprendimento di un testo;
  • aumentare le  capacità di autovalutazione;
  • incrementare le strategie di preparazione a una prova;
  • sviluppare una sensibilità metacognitiva e di consapevolezza di quanto appreso;
  • favorire un atteggiamento positivo verso l’università o l’ambiente di lavoro;
  • migliorare il rapporto con i pari/colleghi, il rapporto comunicativo con i professori/datori di lavoro.
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